Molti edifici costruiti prima degli anni ’70 possono nascondere un pericolo invisibile ma potenzialmente grave per la salute.
Utilizzato per decenni in vernici, impianti idraulici e materiali da costruzione, questo è oggi noto per i suoi effetti tossici sull’organismo. Il rischio maggiore è rappresentato dall’esposizione cronica, soprattutto nei bambini e nelle donne in gravidanza. È importante sapere cosa verificare in una casa d’epoca e come intervenire per ridurre i pericoli.

Il piombo è stato largamente impiegato nell’edilizia fino agli anni ’70 per la sua resistenza alla corrosione e per la sua efficacia nelle vernici e nei tubi. Solo successivamente, grazie a numerosi studi scientifici, sono emersi i gravi danni provocati da un’esposizione prolungata: problemi neurologici, danni renali, anemia, disturbi cognitivi nei bambini e, nei casi più estremi, anche avvelenamento da piombo.
Perché questo materiale è ancora presente nelle abitazioni più vecchie
Nonostante sia oggi vietato, molte abitazioni costruite prima del 1978 possono ancora contenere tracce di piombo nei muri, nelle condutture o nei pavimenti. Spesso, la presenza del piombo passa inosservata finché non si effettuano lavori di ristrutturazione o manutenzione, durante i quali le particelle tossiche possono essere rilasciate nell’aria o contaminarne le superfici. Vernici screpolate, tubature originali o infissi mai sostituiti rappresentano potenziali fonti di rischio.

È quindi fondamentale rivolgersi a tecnici qualificati per un’analisi ambientale della propria abitazione, soprattutto se si vive in una casa d’epoca o si intende acquistarne una.
Chi abita in una casa costruita prima degli anni ’70 dovrebbe iniziare verificando la presenza di pitture vecchie, in particolare se si nota che si stanno sfaldando. In questi casi, la rimozione fai-da-te può essere pericolosa: è sempre meglio rivolgersi a professionisti con strumenti adeguati per il trattamento e la bonifica da piombo. Anche gli impianti idraulici meritano attenzione: i vecchi tubi in piombo possono contaminare l’acqua potabile. Un semplice test dell’acqua può rivelare concentrazioni superiori ai limiti di legge.
Se si sospetta la presenza di piombo, è consigliabile eseguire un’analisi ambientale approfondita tramite laboratori specializzati. In fase di ristrutturazione, è possibile optare per materiali moderni, vernici certificate piombo-free e sostituzione delle tubature obsolete. È bene sapere che esistono incentivi statali e detrazioni fiscali per interventi di bonifica ambientale, che possono alleggerire i costi degli adeguamenti.
Infine, chi vive in queste abitazioni dovrebbe prestare attenzione anche alla salute dei bambini, i soggetti più vulnerabili all’esposizione: test del sangue periodici possono rivelare eventuali accumuli di piombo nell’organismo. Vivere in una casa sicura significa anche fare scelte consapevoli e informate. La prevenzione, in questi casi, è davvero l’arma più efficace per proteggere la salute della famiglia.