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NECROPOLI DI CASTEL RINALDI

A poche centinaia di metri dalla Rocca di Castel Rinaldi, verso ovest, a poca distanza dalla via Flaminia, non lontano dalla località Colle Palombaro e lungo il Fosso di Castel Rinaldi, esiste una preziosissima testimonianza rimasta pressoché sconosciuta, malgrado essa fosse nota fin dalla fine del secolo XVIII all’abate Di Costanzo. Lo stesso abate infatti così scriveva: “«…si veggono alcune grotte. Una delle quali era un sepolcreto o un colombario con molte piccole nicchie per le olle cinerarie divise in vari ordini sino a sette l’una sopra l’altra”. Si parla di una probabile necropoli pagana di un antico popolo che ha antropizzato la zona molto prima della colonizzazione dei Romani. Nelle pareti tufacee del fosso sono state, infatti, scavati ambienti ipogei, oltre quindici, di varia lunghezza e alte da tre a quattro metri, presentano sulle pareti file di piccole nicchie, di 20-25 cm. di lato e profonde 30 cm., che con ogni probabilità erano destinati ad accogliere le olle cinerarie; sono databili tra il II secolo a.C. ed il III secolo d.C. Queste strutture, scoperte in numero notevole sulle rupi che costeggiano la via Flaminia ed il fosso di Massa Martana, sono perfettamente allineate ed hanno il lato superiore leggermente arcuato. Colombari di questo stesso tipo ne sono stati identificati 18, in diverse località (nella zona di Massa Martana si trovano poco lontano dalla Chiesa di S. Antonio del Busseto e nella località di Villa Ponte presso la Chiesa di S. Maria in Pantano, poi a Caciaro e Castelrinaldi), quasi tutti delle stesse dimensioni: 8-10 metri di lunghezza, 3-4 metri di altezza. Nei colombari della rupe di Massa Martana, visibili dalla strada che sale verso il centro storico, sono disposte a scacchiera ed hanno forma rettangolare mentre all’interno si allargano con leggera strombatura a tronco di piramide. Finora Purtroppo sono difficilmente raggiungibili sia per la loro ubicazione sia perché coperte dalla vegetazione; molte sono ancora seminterrate; probabilmente nel Medioevo, furono utilizzate dagli abitanti di Massa Martana, per l’allevamento dei colombi, come già testimoniato, per esempio ad Orvieto.

 

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