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Economia

Pensioni, hai iniziato a lavorare prima del 1996? Allora sono guai seri

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Iniziare a lavorare troppo presto non è sempre un bene: chi ha iniziato a versare i contributi prima del 1996, infatti, si perde diversi benefici.

Quando si parla di pensioni, i motivi di preoccupazione non finiscono mai. Ad esempio tutti attendevamo con una certa ansia il superamento della Legge Fornero che, invece, a quanto pare, continuerà a farci compagnia ancora per un bel po’. E che dire della rivalutazione annua ferma allo 0,8%? Un altro colpo al cuore per milioni di contribuenti.

Pensioni, hai iniziato a lavorare prima del 1996? Allora sono guai seri/mytouristapp.it

Infine si fa sempre più probabile l’ipotesi di un aumento dell’età pensionabile e dei contributi già a partire dal 2027 in modo da adeguarci all’aumento dell’aspettativa di vita. Purtroppo le cattive notizie non sono ancora finite: chi ha iniziato a lavorare prima del 1996 resta escluso da alcune agevolazioni.

Guai seri, insomma, in un momento di instabilità e inflazione che continua a salire: nessuna certezza se non quella che si verrà penalizzati per il solo fatto di aver iniziato a versare i contributi qualche anno prima di quello “giusto”. Nel prossimo paragrafo vediamo da quali benefici saranno tagliati fuori.

Pensioni: guai per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996

Iniziare a timbrare il cartellino in un anno piuttosto che in un altro ormai fa una differenza enorme e, in certi casi, aver cominciato a lavorare troppo presto non è affatto un bene. In particolare chi ha contributi previdenziali antecedenti al 1996 non può godere di due importanti agevolazioni.

Pensioni: guai per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996/mytouristapp.it

Il 1996 è stato una specie di spartiacque all’interno dell’universo della previdenza sociale in quanto, in quell’anno, è entrata in vigore la riforma Dini che ha determinato un cambiamento fondamentale: è cambiato il modo in cui vengono calcolati gli assegni pensionistici. Fino al 31 dicembre 1995, infatti, venivano calcolati con il sistema retributivo mentre dal 1996 vengono calcolati con il sistema contributivo.

Quest’ultimo pesa molto meno sulle casse dell’Inps e, dunque, coloro non hanno contributi antecedenti al 1996 e avranno un assegno calcolato interamente con il sistema contributivo, possono beneficiare di ben 2 agevolazioni che sono precluse agli altri. In primis possono andare in pensione a soli 64 anni anziché 67 sempre con solo 20 anni di contributi se il loro assegno previdenziale raggiunge determinate soglie.

E, nel caso con le loro uniche risorse non riuscissero a raggiungere tali soglie minime, da quest’anno potranno fare ricorso alla previdenza integrativa per poter smettere di lavorare tre anni prima. Ma non è questo l’unico vantaggio di aver iniziato a versare i contributi dopo la riforma Dini.

Infatti, coloro privi di contribuzione antecedente al 1996, una volta raggiunti i 71 anni, anche qualora non avessero ancora 20 anni di contributi, non importa, potranno comunque accedere alla pensione anche con solo 5 anni di contribuzione. Due agevolazioni non da poco quindi da cui, purtroppo, restano tagliati fuori coloro che hanno versato contributi prima del 1996.

Samanta Airoldi

Sono Samanta, sono nata a Genova ma vivo a Milano da molti anni. Ho conseguito Laurea specialistica e Dottorato in Filosofia Politica e svolgo il lavoro di redattrice dal 2015. Ho pubblicato alcuni libri di Filosofia Politica in chiave "pop" e, nel corso di questi anni, ho lavorato per diversi blog. Mi sono sempre occupata, principalmente, di Politica ed Economia ma, talvolta, anche di lifestyle, benessere e alimentazione vegana essendo io stessa vegana. Le mie passioni principali sono proprio la Politica e l'Economia ma mi interessa anche il settore del benessere.

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